La Regione Lazio ha chiesto la collaborazione alla Guardia di Finanza per gestire un concorso per primari in quella Regione. La notizia è stata pubblicizzata dalla Regione come qualcosa di positivo, ma in realtà rappresenta il fallimento delle politiche di gestione delle risorse umane, tanto da dover essere affidate a realtà investigative anche nella loro gestione quotidiana.
Bisogna riflettere in modo molto serio su questo fatto e sul perché si è arrivati a tanto. Se ad esempio non ci sono le competenze adeguate o se i funzionari del Lazio non meritano la minima fiducia. In ogni caso se si vuole garantire un futuro al servizio sanitario nazionale è bene cercare delle soluzioni, che non possono passare dal continuo taglio della parte amministrativa degli organici, che ormai sono al collasso con il pensionamento delle persone più esperte.
Magari anche mettendo mano allo strumento dei concorsi se questi di fatto non sono adeguati a garantire scelte di qualità. Guardando a cosa avviene in altre nazioni, dove ad esempio la raccomandazione è resa “esplicita” e pubblica e viene responsabilizzato chi compie quella scelta per il bene della comunità. Fin quando chi sceglie un operatore sanitario non si porterà dietro la responsabilità di quella scelta, continueremo a vedere entrare nelle file delle nostre aziende sanitarie, accanto a molte persone competenti, anche raccomandati incapaci che non meritano quel ruolo, a cui nessuno vorrebbe affidare la propria salute o quella dei propri cari.